Voce su Giusy Levacovich
Giusy Levacovich, 38 anni, fu trovata morta nel corso della mattinata dell'11 giugno 2024. A compiere la scoperta sarebbe stato uno dei figli della donna, che aveva rinvenuto il corpo senza vita in un fosso, dietro un prefabbricato di un piccolo campo nomadi dove viveva la famiglia, nelle campagne di Buggiano, in Valdinievole nella provincia di Pistoia.[1]
I soccorsi giunti sul posto non poterono fare altro che constatare il decesso della vittima, madre di quattro figli. Sul caso fu aperta un'inchiesta da parte della Procura di Pistoia. Gli investigatori avevano notato dei lividi sul collo della trentottenne, indicativi di un probabile strangolamento.

Uno scorcio panoramico di Buggiano in provincia di Pistoia (di Sailko, licenza CC BY 3.0)
Il marito della donna, un uomo di 44 anni, risultava irreperibile e venne ricercato per diverse ore dai militari. Nel tardo pomeriggio l'individuo era stato rintracciato in un campo nomadi del Pratese, poi accompagnato nella sede del comando provinciale dei Carabinieri a Pistoia, dove fu ascoltato, ma non sottoposto a fermo.
La coppia si era stabilita da tempo in un piccolo campo nomadi lungo via XXIV Maggio a Buggiano, abitato da un paio di famiglie di origini sinti. Le indagini degli inquirenti non avevano escluso la pista dell'omicidio, presumibilmente avvenuto per strangolamento al culmine di una lite, dopo il quale sarebbe stato inscenato un tentativo di suicidio. La Procura aveva disposto l'esame autoptico per chiarire le circostanze del decesso della vittima.[2]
Il marito della trentottenne, dopo essere stato ascoltato dai militari, fu rilasciato a piede libero. L'uomo si proclamò innocente, riferendo di non essere stato presente al campo nomadi quando la moglie era morta. Inizialmente la Procura di Pistoia aveva avviato le indagini a carico di ignoti. Successivamente, però, il quarantaquattrenne fu iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio.
Inoltre, il 16 giugno 2024, lo stesso individuo fu condotto in carcere in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Procura di Livorno, con le accuse di ricettazione e indebito utilizzo di carte di credito per fatti che si sarebbero verificati nel livornese fra il marzo del 2023 e l'aprile del 2024.[3]
Nel successivo autunno l'inchiesta per omicidio fu archiviata. Dagli accertamenti in fase di indagine fu scoperto che la vittima si era suicidata. I segni sul collo furono spiegati con il disperato tentativo della donna di provare a salvarsi. Dalle analisi delle conversazioni nelle chat tra marito e moglie, gli investigatori trovarono diverse frasi che testimoniavano lo stato depressivo della vittima.
Secondo le testimonianze, Giusy Levacovich aveva sempre cercato di emanciparsi dalla vita nomade, ma non ci era mai riuscita. Caddero le accuse di omicidio nei confronti del coniuge e l'uomo fu scarcerato.[4]