Voce su Francesca Deidda
Francesca Deidda, 42 anni, è scomparsa dal 10 maggio 2024 da San Sperate, un comune della provincia del Sud Sardegna dove viveva insieme al marito. I resti del corpo senza vita della vittima, in avanzato stato di decomposizione, sono stati ritrovati il successivo 18 luglio nelle campagne di San Priamo,[1][2] nel territorio di San Vito, nei pressi del Ponte Romano sul Rio Picocca e vicino alla ex strada statale 125 "Orientale Sarda".[3]
La Chiesa di San Sperate Martire a San Sperate nella provincia del Sud Sardegna (di shardana13, licenza CC BY 3.0)
A presentare la denuncia di sparizione, il 30 maggio 2024, presso la stazione dei Carabinieri di San Sperate, erano stati il fratello della donna ed una collega di lavoro. Sul caso è stato aperto un fascicolo d'indagine al quale hanno collaborato anche i Carabinieri di Iglesias, competenti sul territorio.
Il 5 luglio 2024, dopo più di un mese dalla scomparsa della quarantaduenne, il marito Igor Sollai 43 anni, è stato fermato dai militari e condotto in carcere,[4] su richiesta della Procura inquirente, con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.[5][6] Secondo le ricostruzioni investigative, l'uomo, di professione autotrasportatore, sarebbe coinvolto nella scomparsa della moglie poiché le ipotesi del suicidio e dell'allontanamento volontario sono state giudicate improbabili.
La misura cautelare è stata disposta per il sospetto di una fuga in Olanda, dove Sollai ha un fratello al quale, ultimamente, aveva inviato delle somme di denaro. L'indiziato era stato già ascoltato dai Carabinieri nei giorni successivi alla presentazione della denuncia di sparizione, ma la sua versione non aveva convinto gli inquirenti. Il quarantatreenne aveva parlato di un "allontanamento volontario" dalla casa della coppia, situata in via Monastir a San Sperate. Ulteriori accertamenti avrebbero consentito di scoprire che l'uomo aveva utilizzato il "telefono della moglie per sostituirsi a lei e mantenerla in vita agli occhi di amici e parenti, nel tentativo di convincere tutti che la sua scomparsa fosse stata volontaria e collegata alla fine della relazione sentimentale".
Come riportato nell'ordinanza di custodia cautelare, lo stesso indagato avrebbe inoltre "scambiato messaggi con amici e parenti della donna, negando loro, sempre con scuse differenti, la possibilità di parlarsi direttamente al telefono". La signora Deidda era impiegata in un call center e il marito, dopo la scomparsa, sarebbe persino arrivato a recapitare una mail al datore di lavoro della donna, scrivendo che lei voleva licenziarsi.
Sollai però sarebbe stato incastrato proprio da una collega di lavoro della vittima, che in una conversazioni in chat gli avrebbe mandato un messaggio dicendo che anche un'altra collega si era licenziata, ma avrebbe usato un nome di fantasia inesistente. L'interlocutore dall'altro capo del telefono non si era accorto di nulla, rispondendo solo che gli "dispiaceva".[4]
Anche se il corpo della vittima non era stato ancora rinvenuto, l'attività investigativa aveva portato all'acquisizione di gravi indizi di colpevolezza nei confronti del marito, consistenti tra l'altro in evidenze ottenute dall'analisi delle tracce informatiche lasciate dall'indagato, in aggiunta alle incongruenze esistenti nelle versioni fornite ai Carabinieri sui giorni antecedenti alla scomparsa della moglie. L'uomo avrebbe persino fatto sparire il telefono della coniuge, utilizzato per sostituirsi a lei.[4]
Nell'interrogatorio di garanzia effettuato il successivo 8 luglio, dinanzi al giudice per le indagini preliminari, Sollai si è avvalso della facoltà di non rispondere, pur proclamandosi innocente ed estraneo alle vicende relative alla scomparsa della moglie.[7] Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo e disposto la permanenza in carcere.[8]
Secondo le ricostruzioni, negli ultimi tempi il rapporto tra i due coniugi era in crisi e l'autotrasportatore aveva avviato, da circa un anno, una relazione con un'altra donna, prima rimasta segreta e poi scoperta dalla signora Deidda.[9]
Le ricerche dei Carabinieri, effettuate alcuni giorni dopo l'esecuzione della misura cautelare del sospettato, hanno portato al ritrovamento di varie tracce di sangue su una roccia e un bite dentale nei pressi del Rio Picocca in secca, nella frazione di San Priamo del comune di San Vito (Sud Sardegna). Oltre a questi, anche alcuni effetti personali appartenenti alla vittima. Nei successivi accertamenti dei Ris, comprensivi dell'esame del DNA, sia il sangue che il bite sono stati attribuiti alla quarantaduenne scomparsa da San Sperate.[10][11]
Il seguente 18 luglio 2024 una nuova spedizione dei ricercatori impiegati dai militari dell'Arma ha permesso di rinvenire dei resti umani,[1][2] riposti in un borsone di grandi dimensioni abbandonato ai piedi di un albero, in una zona non molto distante da quella in cui sono stati individuati gli effetti personali della donna.[12] I successivi esami del DNA hanno confermato l'attribuzione dei resti alla vittima scomparsa da San Sperate.[3]
Nell'interrogatorio del seguente 22 luglio, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere dinanzi agli inquirenti, ribadendo la sua estraneità alle accuse contestate.[13] Nei giorni successivi gli investigatori del Ris hanno rilevato tracce ematiche di Francesca Deidda su un sedile dell'auto della donna e su un divano dell'abitazione dei coniugi a San Sperate. Sollai, nei giorni seguenti alla scomparsa della moglie, aveva provato a vendere sia l'auto che il divano, senza riuscirci.[14]
Gli esami autoptici sui resti nel borsone hanno stabilito il decesso della quarantaduenne per un colpo violento sferrato sulla regione fronte-laterale destra della testa con l'ausilio di un oggetto contundente, piccolo ma pesante, che ha sfondato il cranio della vittima. Secondo le ipotesi degli inquirenti, il marito, dopo aver nascosto il cadavere nel borsone, avrebbe gettato il peso morto dal balcone al secondo piano sul retro dell'abitazione per evitare di trasportarlo giù per le scale esterne ed essere visto dai vicini di casa.[15]