Voce su Maria Campai
Il corpo senza vita di Maria Campai, 42 anni, è stato trovato nella tarda mattinata del 26 settembre 2024 a Viadana, un comune della provincia di Mantova.[1] La donna, originaria della Romania, risiedeva a Parma insieme alla sorella. Precedentemente viveva in Toscana insieme ai due figli e all'ex marito, dal quale si era separata.[2]
Uno scorcio dell'Arco di Porta Nuova nel centro di Viadana in provincia di Mantova (di Flabenelli, licenza CC BY-SA 2.0)
Della quarantaduenne si erano perse le tracce nel corso della tarda serata di giovedì 19 settembre, dopo che la sorella l'aveva accompagnata in auto a Viadana. La donna aveva detto di dover incontrare una persona per un colloquio di lavoro. La sorella non aveva più ricevuto sue notizie e il giorno successivo, 20 settembre, si era recata alla stazione dei Carabinieri di Viadana per denunciarne la scomparsa.[3]
Il successivo 26 settembre 2024 il corpo senza vita della vittima è stato rinvenuto nel cortile di una villetta disabitata in via Claudio Monteverdi, sempre a Viadana, a poca distanza dal luogo in cui la sorella l'aveva lasciata la sera del precedente 19 settembre. Poche ore dopo il ritrovamento, i Carabinieri hanno sottoposto a fermo un minorenne di 17 anni, residente nella zona, poco distante dal luogo del rinvenimento del cadavere. Si tratta di un italiano nato ad Altamura di Bari, terzogenito di una coppia di operai originari dell'Albania.
La signora Campai e lo stesso giovane si erano conosciuti su un sito di incontri online. Quest'ultimo avrebbe convinto la donna a incontrarlo, facendosi raggiungere nel garage della sua abitazione a Viadana il 19 settembre. Nel corso della serata, per ragioni ancora da accertare, la vittima sarebbe stata aggredita, colpita alla testa e infine strangolata dal diciassettenne. Il ragazzo avrebbe successivamente trasportato il corpo senza vita nel giardino della villetta limitrofa abbandonata, occultandolo in una fitta siepe dove difficilmente potesse essere notato.[2][4]
La Procura per i minorenni ha contestato nei confronti del giovane le accuse di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, e occultamento di cadavere.[5] Secondo le ricostruzioni, il diciassettenne aveva concordato un incontro con la donna e, nel garage di casa, i due avrebbero avuto un rapporto sessuale. Nel colloquio con i Carabinieri, diretti dai comandanti Giorgio Feola e Giovanni Martufi, il ragazzo avrebbe confessato le proprie responsabilità riferendo di aver ucciso la vittima perché "mi aveva chiesto 200 euro, troppi soldi".[6]
Al termine dell'interrogatorio di garanzia effettuato il successivo 30 settembre, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare della custodia in carcere per il giovane.[7] Dall'autopsia è emerso che la donna è stata strangolata e, probabilmente dopo la morte, anche aggredita, presa a pugni e spinta con la testa contro il muro del box dove lei e il giovane si erano appartati. Lo stesso diciassettenne avrebbe ammesso agli inquirenti di aver stretto il braccio e l'avambraccio intorno al collo della vittima, soffocandola con una mossa da wrestling. La quarantaduenne avrebbe provato, invano, a difendersi.[8]
Nell'udienza di convalida del fermo, il ragazzo avrebbe riferito che la donna voleva 350 euro e, dopo il suo rifiuto, lei lo ha aggredito: "Mi sono difeso. Non volevo ucciderla. È scivolata dal divano. Mi sono accorto che non respirava più e sono andato in panico. L'ho trascinata nel giardino vicino e l'ho ricoperta di foglie".[9]