Bergamo. Omicidio Sharon Verzeni. La seconda perizia a Moussa Sangare: "Capace di intendere e di volere".
Due processi, due perizie, un solo risultato: Moussa Sangare è capace di intendere e volere. La dottoressa Giuseppina Paulillo è giunta alla stessa conclusione della collega Valentina Stanga, psichiatra dell'Università di Brescia che eseguì una prima perizia nell'ambito del processo per maltrattamenti ai danni della sorella e della madre di Sangare, in cui lo scorso 16 luglio l'imputato è stato condannato in primo grado a 3 anni e 8 mesi.
L'esito di questa seconda perizia sarà centrale nell'altro processo, quello che il 22 settembre riprenderà in Corte d'Assise a Bergamo per l'omicidio di Sharon Verzeni, accoltellata la notte tra il 29 e 30 luglio 2024 a Terno d'Isola.
La 33enne passeggiava in via Castegnate, vicino al centro del paese, con delle cuffiette per ascoltare la musica. Fu aggredita alle spalle e pugnalata cinque volte da Sangare. La vittima perse la vita durante il viaggio in ambulanza. Lei ed il suo assassino nemmeno si conoscevano. Al posto suo, quella sera, in via Castegnate, poteva esserci chiunque.
Secondo la dottoressa Giuseppina Paulillo, direttrice dell'Unità operativa complessa "Residenze psichiatriche e psicopatologia forense" dell'Ausl di Parma, il giovane è affetto da un disturbo misto di personalità di tipo narcisistico e antisociale, oltre ad un disturbo da uso di cannabinoidi. Tuttavia, questi non sono tali da configurare un vizio di mente, nemmeno parziale. A differenza della prima perizia, eseguita dalla dottoressa Stanga, nel nuovo esame emergono anche la mancanza di empatia e l'assenza di rimorso dell'imputato.
In ogni caso, il pubblico ministero Emanuele Marchisio contesta i futili motivi e la premeditazione. Aggravanti da ergastolo. Una prospettiva che, considerata la nuova perizia, sembra più concreta che mai. (di Fabio Viganò – BergamoNews)