Milano. Omicidio Luciana Ronchi. Morcaldi confessa al Gip: "Sono pentito. Datemi l'ergastolo".
"Voglio l'ergastolo, sono pentito". È quanto avrebbe detto, come ricostruito dal suo legale, Luigi Morcaldi, interrogato stamani nel carcere milanese di San Vittore per il femminicidio dell'ex compagna Luciana Ronchi, uccisa due giorni fa con almeno 14 coltellate, a Milano.
"Ha chiesto l'ergastolo, vuole l'ergastolo, è pentito", ha spiegato la sua legale, l'avvocata Patrizia Iacobino, dopo l'interrogatorio ai cronisti. Un pentimento che per nulla, però, traspariva dal verbale di interrogatorio, davanti ai pm Leonardo Lesti e Giovanni Tarzia, nel quale Morcaldi, oltre ad aver detto che non avrebbe voluto ucciderla ma solo spaventarla, ha mescolato in modo confuso questioni economiche, soldi, tradimenti, il peso di una relazione "burrascosa" e "l'odio" per la donna, per il loro figlio e per il nuovo compagno di lei.
Ad ogni modo, sempre secondo la difesa, non sono attendibili quelle dichiarazioni, emerse sui media nei giorni scorsi, di persone che hanno parlato di giorni di "appostamenti" da parte dell'uomo. Per la difesa, e stando anche all'interrogatorio di oggi, si è trattato di "un delitto d'impeto, non premeditato". Dagli atti e da un verbale della custode del palazzo, risulta che Morcaldi era davanti all'abitazione della donna la sera prima dell'omicidio.
Ieri i pm hanno ascoltato come testimoni il figlio e il compagno della vittima e, da quanto si è saputo, non è venuto fuori un quadro di minacce precedenti da parte di Morcaldi all'ex compagna. Al momento, la Procura non ha contestato la premeditazione. L'omicidio è aggravato dalla relazione affettiva terminata. (Il Giorno)