Voce su Immacolata D'Anna

Uno scorcio della Chiesa di Maria Santissima del Suffragio ad Acerra in provincia di Napoli (di OneWingedSoul, licenza CC BY-SA 3.0)
Immacolata D'Anna, 48 anni, perse la vita il 9 aprile 2025 all'ospedale Cardarelli di Napoli. La donna, quattro giorni prima, fu trasportata al nosocomio dopo essere rimasta vittima di un incendio divampato nella tarda serata del 5 aprile 2025 nell'abitazione in cui risiedeva, situata lungo il Corso della Resistenza ad Acerra in provincia di Napoli.[1][2]
Durante lo stesso rogo, perse la vita il convivente Miloud Bougatef, 49 anni. La donna, ricoverata in fin di vita al centro grandi ustionati del Cardarelli, avrebbe riferito ai medici e alla Polizia che a darle fuoco sarebbe stato proprio Bougatef. I due convivevano da anni, ma negli ultimi tempi la loro relazione era terminata.
Secondo il racconto della vittima, la sera del 5 aprile 2025 l'ex compagno avrebbe iniziato ad aggredirla in cucina per poi cercare di darle fuoco, ma le fiamme avvolsero entrambi. Successivamente il quarantanovenne fu trovato morto carbonizzato dai soccorritori, mentre la donna era distesa, agonizzante, sul pavimento con gravi ustioni sul corpo. Dopo essere stata trasferita in ospedale, le sue condizioni non migliorarono e, il seguente 9 aprile, fu dichiarato il decesso.
Mentre cercavano di domare le fiamme, i soccorritori ed i Vigili del Fuoco trovarono illesi i genitori della vittima, che si erano rifugiati sul balcone dello stabile. Questi ultimi vivevano nello stesso appartamento insieme ai quattro figli di Immacolata D'Anna (avuti dal precedente matrimonio). La madre della quarantottene, disabile, aveva sentito un'esplosione nella stanza adiacente, poi le fiamme ed il fumo. L'anziana fu tratta in salvo a fatica, portata sul balcone dal marito e da un parente. I quattro figli della vittima, invece, non erano in casa quando divampò il rogo.
Miloud Bougatef, originario dell'Algeria, viveva da anni in Italia con un regolare permesso di soggiorno e lavorava come dipendente in uno studio tecnico della zona, non molto distante dall'abitazione che condivideva con Immacolata D'Anna. La donna, chiamata Fortuna dai conoscenti più stretti, da oltre cinque anni si era trasferita con Bougatef nell'appartamento di Corso della Resistenza ad Acerra, dopo aver lasciato l'ex marito.
Secondo le testimonianze dei familiari della vittima, la signora D'Anna aveva da tempo preso la decisione di lasciare il convivente. Il quarantanovenne, però, non aveva accettato quella scelta e non si era rassegnato all'idea di allontanarsi dalla donna. In una circostanza in particolare, l'uomo l'avrebbe anche minacciata di morte: "Se mi lasci, ti ammazzo e mi ammazzo". Non risultavano, tuttavia, segnalazioni o denunce per maltrattamenti riguardanti la coppia.[3][2]
La Procura di Nola aprì un fascicolo d'indagine per chiarire la dinamica dell'accaduto. I primi accertamenti avrebbero confermato l'ipotesi di un gesto deliberato e pianificato da Miloud Bougatef, che avrebbe provocato volontariamente l'incendio nella cucina dell'appartamento. La signora D'Anna avrebbe provato a scappare, ma fu intrappolata dalle fiamme e dalla porta serrata, probabilmente chiusa a chiave dall'uomo prima dell'esplosione.[4][5]