Voce su Gilberta Palleschi
Gilberta Palleschi, 57 anni, originaria di Sora, era un'insegnante di inglese e segretaria regionale dell'Unicef. La donna scomparve nel corso della mattinata del 1° novembre 2014 nei boschi di Campoli Appennino in provincia di Frosinone. Uscita di casa per fare jogging sul tragitto lungo il fiume Fibreno, la cinquantasettenne non fece più rientro nella propria dimora.[1][2]
Uno scorcio del fiume Liri passante per Sora, paese d'origine di Gilberta Palleschi in provincia di Frosinone (di Gabriel Marchionni, licenza CC BY-SA 3.0)
Il suo corpo senza vita fu ritrovato il successivo 10 dicembre, in una cava a pochi chilometri dallo stesso luogo della scomparsa. A indirizzare gli investigatori verso la risoluzione del caso fu Antonio Palleschi, 43 anni. Costui, arrestato in precedenza dagli inquirenti come principale sospettato, aveva confessato di essere l'autore dell'omicidio della cinquantasettenne scomparsa da più di un mese.[3][4]
Secondo le ricostruzioni, l'uomo, omonimo della donna senza alcuna parentela con la vittima, aveva tentato di stuprare la signora Palleschi. Quest'ultima tentò di difendersi, ma fu colpita a calci, pugni e frammenti di pietra.[5] Mentre era ancora viva, la cinquantasettenne fu rinchiusa nel bagagliaio dell'auto dell'aggressore, poi fu gettata lungo una scarpata. Dopo aver compiuto l'omicidio, il quarantatreenne occultò il cadavere della vittima nella cava, dove fu rinvenuto il successivo 10 dicembre 2014.
Il giorno dopo il delitto, il 2 novembre 2014, Palleschi tornò sul posto e tentò di violentare il corpo senza vita della donna. Una circostanza che fu confermata dall'esame autoptico disposto dalla Procura. L'uomo abitava a poca distanza dalla residenza della vittima e, la mattina del 1º novembre, l'aveva pedinata per poi aggredirla. Nella propria confessione, dinanzi agli inquirenti, avrebbe detto: "Sono solo, ero uscito per cercare una donna...". Già in passato aveva tentato di stuprare un'altra vittima e, per quell'episodio, fu rinviato a giudizio e aveva scontato un anno e 10 mesi di reclusione per violenza sessuale.[1]
Nel 2015 il Tribunale di Cassino aveva condannato Antonio Palleschi all'ergastolo per omicidio volontario. Nel 2017 però, al termine del processo di secondo grado alla Corte d'Appello di Roma, venne riconosciuta all'imputato la diminuente del vizio parziale di mente, ottenendo uno sconto di pena e la reclusione a 20 anni.[6][7] Tale sentenza fu confermata in via definitiva nel 2019 dalla Corte di Cassazione.[8][9]