Voce su Raffaella Presta
La Chiesa di San Luigi a San Donaci in provincia di Brindisi, dove sono stati celebrati i funerali di Raffaella Presta (su concessione di BeWeB - Beni Culturali Ecclesiastici in Web)
Raffaella Presta, 40 anni, fu uccisa con due colpi di fucile dal marito Francesco Rosi, 43 anni, il 25 novembre 2015 nell'abitazione della coppia a Perugia. Fu lo stesso uomo, dopo aver compiuto il delitto, ad allertare i soccorsi e confessare il gesto. In casa era presente anche il figlio di 6 anni.[1]
L'uomo era convinto che la moglie lo tradisse con un'altra persona e, per questo motivo, l'aveva fatta pedinare da un investigatore privato. Dalla metà del 2014 la signora Presta, avvocata penalista originaria di San Donaci (Brindisi), veniva regolarmente maltrattata dal coniuge e negli ultimi mesi di vita le violenze si fecero sempre più frequenti. Lei per paura non aveva mai denunciato il marito, ma aveva comunque preso la decisione di porre fine a quella relazione.[2]
Il quarantatreenne la minacciò addirittura di morte, preannunciandole l'omicidio nel caso lei avesse continuato a insistere sulla sua decisione di separarsi. Rosi sostenne di aver agito d'impulso perché la moglie lo aveva provocato. Lei avrebbe rivelato al marito di non essere il padre biologico del bambino. Tuttavia la circostanza della provocazione fu esclusa dai giudici al termine del procedimento giudiziario celebrato in rito abbreviato.
L'uomo fu condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione per omicidio volontario pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia. Secondo la pubblica accusa, il delitto sarebbe stato premeditato, ma il verdetto aveva escluso tale aggravante.[3][4]