Padova. Accusato di aver gettato Giada Zanola dal cavalcavia a Vigonza: Andrea Favero rinviato a giudizio.
Le porte della Corte d'Assise si apriranno il prossimo 23 settembre per Andrea Favero, accusato dell'omicidio dell'ex compagna Giada Zanola. Lo ha deciso la gup Maria Luisa Materia nel corso dell'udienza tenutasi ieri, lunedì 12 maggio. Gli avvocati difensori dell'imputato, Cesare Vanzetti e Silvia Masiero, avevano chiesto una sentenza di non luogo a procedere, che però non è arrivata.
La vicenda ha avuto inizio il 29 maggio 2024, quando il corpo di Giada Zanola, 34 anni, è stato trovato sull'autostrada A4 a Vigonza, in provincia di Padova. Inizialmente si è ipotizzato un suicidio, ma dalle indagini sono emersi elementi che hanno portato all'arresto del compagno, Andrea Favero, 39 anni, con l'accusa di omicidio volontario aggravato.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Giada Zanola era viva quando è stata spinta giù dal cavalcavia e, nel suo corpo, sono state trovate tracce di benzodiazepine, farmaci sedativi prescritti a Favero. L'uomo avrebbe somministrato questi farmaci alla compagna per stordirla e simulare un suicidio.
La relazione tra Zanola e Favero era in crisi da tempo. La donna aveva annullato le nozze previste per settembre e aveva iniziato una nuova relazione. Secondo le testimonianze, la vittima non aveva denunciato le violenze subite per paura di perdere l'affidamento del figlio di tre anni. Favero, inizialmente aveva confessato l'omicidio, dichiarando di aver sollevato e spinto l'ex compagna oltre la ringhiera del cavalcavia. Tuttavia, tale dichiarazione non era utilizzabile in sede processuale, poiché resa senza la presenza di un avvocato e del pubblico ministero.
Con la chiusura delle indagini, la sostituta procuratrice Paola Mossa ha contestato a Favero l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di convivenza. (di Edoardo Fioretto – Il Mattino di Padova)