Milano. Accusato dell'omicidio della compagna Hanna Herasimchyk. L'imputato si dichiara innocente.
La difesa del 43enne Marek Konrad Daniec – sulla base di una propria consulenza medica – sostiene che il decesso della compagna Hanna Herasimchyk sia legato ad una patologia. Non si sarebbe quindi trattato di un omicidio. La vittima 46enne è stata trovata morta il 13 giugno 2024 nell'appartamento della coppia a Pozzuolo Martesana, nel Milanese.
Ieri, nella prima udienza davanti alla Corte d'Assise di Milano, i legali dell'imputato (in carcere con l'accusa di omicidio), gli avvocati Elisa Marabelli e Lorenzo Puglisi, hanno chiesto ai giudici di disporre una perizia anatomopatologica sulle cause e sulla finestra temporale della morte.
Nella loro consulenza, hanno spiegato i legali, "il nostro medico legale e l'anatomopatologo hanno espresso forti perplessità e un contrasto rispetto a quanto sostenuto dalla Procura". La Corte (togati Bertoja-Fioretta) deciderà sulla richiesta di perizia medica nella prossima udienza.
Secondo la ricostruzione nelle indagini dei Carabinieri del Nucleo investigativo e della pm Francesca Crupi, la donna, venne trovata morta con vari lividi sulle gambe e sulle braccia. Secondo le accuse, il compagno, al termine di una lite, l'avrebbe soffocata, come evidenziato nella relazione finale medico legale consegnata alla Procura, tenendole la mano davanti alla bocca dopo averla picchiata. Sempre secondo l'accusa, poi, il 43enne avrebbe cercato di "precostituirsi un alibi", mandando messaggi alla compagna ormai morta.
Non aveva calcolato, però, "18 minuti" in cui era stato nell'appartamento, sottaciuti da lui ma rilevati dai Carabinieri nelle indagini. L'uomo, respingendo gli addebiti e dichiarandosi innocente, aveva raccontato di essere uscito di casa alle 5:00 del 12 giugno per andare al lavoro come camionista e di non essere più rientrato fino al giorno successivo. (Il Giorno)