Susa. I familiari di Mara Favro si oppongono alla richiesta di archiviazione: "Si continui a indagare".

Immagine della notizia (Immagine di Zairon su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Susa. I familiari di Mara Favro si oppongono alla richiesta di archiviazione: "Si continui a indagare".

I familiari di Mara Favro, la 51enne di Susa scomparsa l'8 marzo 2024 e trovata morta un anno dopo nei boschi di Gravere, hanno presentato ufficialmente opposizione alla richiesta di archiviazione per i due indagati per omicidio e occultamento di cadavere presentata dalla Procura di Torino lo scorso ottobre 2025.

L'avvocato Roberto Saraniti, che rappresenta il fratello Fabrizio e l'ex compagno Massimiliano (tutore legale della figlia che aveva avuto con la donna), ha presentato una serie di controdeduzioni alla relazione dei Carabinieri che hanno indagato sul caso, secondo cui la donna si sarebbe uccisa in un momento di sconforto, soffrendo anche di sindrome bipolare.

A contestare questa ricostruzione, durante una recente puntata della trasmissione "Chi l'ha visto?" di Rai 3, erano stati gli stessi familiari ma anche, indirettamente, uno degli indagati, il datore di lavoro della donna, Vincenzo Milione, che invece sostiene la tesi che si sia trattato di un incidente.

Secondo Saraniti, l'assunto che Mara Favro si sia suicidata in correlazione alla sua patologia "è destituito di ogni fondamento scientifico, oltre che disarmonico rispetto alle evidenze investigative. I comportamenti posti in essere dalla Favro nel periodo antecedente alla sua scomparsa – scrive il legale – non sono certamente sintomatici di manifestazioni depressive che potessero fare presagire la volontà della stessa di porre fine alla propria vita".

"Non emergono – continua l'avvocato – particolari criticità in relazione allo stato clinico della persona offesa, la quale effettuava l'ultimo colloquio psichiatrico in data 23 gennaio 2024, senza che il medico curante evidenziasse particolari difficoltà, avendo la stessa lamentato un normale stato di preoccupazione per il suo stato di disoccupazione di quel momento".

Inoltre, scrive sempre Saraniti, "le persone che hanno visto Mara gli ultimi giorni della propria esistenza non hanno in alcun modo evidenziato anomalie o comportamenti tipici di uno stato depressivo". La 51enne è stata descritta come "una madre del tutto serena, con uno stato d'animo ben lontano da quello depressivo".

Per questa ragione il legale chiede che, "qualora si ritenga che le osservazioni sopra riportate necessitino di un approfondimento clinico (...), venga disposta una perizia psichiatrica, attraverso l'analisi del materiale reperito, finalizzata ad accertare quanto sopra riportato". (di Davide Petrizzelli – TorinoToday)

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