Voce su Snejana Bunacalea
Snejana Bunacalea, 43 anni, originaria della Moldavia, fu trovata morta la sera del 5 marzo 2020 nel bagno dell'abitazione in cui risiedeva a Borgo Carillia, frazione del comune di Altavilla Silentina in provincia di Salerno.[1][2]
Uno scorcio dall'alto del centro storico di Altavilla Silentina in provincia di Salerno (di Fr.Armando M.Palmieri, licenza CC BY-SA 3.0)
La donna si era trasferita in Italia per lavorare come badante. Assisteva un'anziana signora nella casa in cui aveva trovato alloggio da pochi mesi. In Moldavia erano rimasti i suoi parenti, tra cui i figli e l'ex marito. La Procura di Salerno aveva aperto un'inchiesta e, inizialmente, il decesso della donna fu attribuito a un incidente domestico.[3][4]
Tuttavia, nel corso delle indagini, si avvalorò sempre di più la tesi dell'omicidio. Grazie ai rilievi degli investigatori e alle risultanze dell'esame autoptico fu ricostruita la dinamica dell'aggressione che aveva provocato la morte della badante.[5] La vittima sarebbe stata sorpresa da un individuo mentre si trovava in bagno e, al culmine di una colluttazione, sarebbe stata tenuta con la testa schiacciata sul fondo della vasca, riempita d'acqua, fino a perdere la vita per soffocamento. L'episodio sarebbe avvenuto poche ore prima del rinvenimento del cadavere da parte dei sanitari, giunti sul posto in seguito alla chiamata dei soccorsi.
Secondo gli elementi raccolti dalla Procura, a compiere il delitto sarebbe stato Gerardo Cappetta, il figlio di 51 anni dell'anziana che veniva assistita dalla signora Bunacalea.[6] Lo stesso uomo era coinquilino nell'abitazione e conviveva insieme alla madre e alla badante. L'indiziato si sarebbe invaghito della quarantatreenne che però non lo aveva ricambiato. Inoltre la donna avrebbe iniziato a frequentare un'altra persona, conoscente del cinquantunenne. Tale situazione avrebbe creato diversi attriti tra i due coinquilini, sfociati in litigi e nell'aggressione mortale.
Sempre secondo le accuse, il figlio dell'anziana avrebbe messo in atto vari espedienti per depistare le indagini, tra cui l'alterazione della scena del crimine per tentare di allontanare da sé i sospetti. Ma le tracce sotto le unghie e sui capelli della vittima, rilevate dalla scientifica, avevano comunque ricondotto a lui.[7] Il 7 dicembre 2020 il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura di Salerno, dispose l'arresto del cinquantunenne che, prelevato dai militari, fu condotto in carcere.[8][9]
Durante l'interrogatorio di garanzia, Cappetta respinse le accuse, proclamandosi innocente così come aveva sempre fatto sin dall'inizio della vicenda. Nei suoi confronti fu comunque confermata la custodia cautelare.[7][10] L'uomo fu rinviato a giudizio e, nell'aprile del 2023, fu condannato in primo grado dalla Corte d'Assise di Salerno a 22 anni di reclusione.[11][12]
Secondo le motivazioni della sentenza, la signora Snejana sarebbe stata disposta a lasciare il fidanzato ufficiale per iniziare una nuova relazione con Cappetta, alla condizione, però, che lui la sposasse e le permettesse di portare i suoi figli dalla Moldavia in Italia, accogliendoli nella casa di Altavilla Silentina. Il cinquantunenne, di fronte a quella proposta, si sarebbe tirato indietro, probabilmente spaventato dalle responsabilità che il matrimonio e la gestione dei figli della donna avrebbero comportato. Al contempo, però, l'uomo non avrebbe sopportato l'idea che la coinquilina portasse avanti la relazione con il fidanzato ufficiale.
La sera del delitto, la badante si stava preparando in bagno, proprio per uscire con il suo compagno, ma sarebbe scoppiato un litigio, risultato fatale per la vittima. Secondo i giudici, "l'unica spiegazione logica dell'omicidio era quella di un contrasto, una lite, un'incomprensione o un rifiuto di concedersi, che non potevano avere altro motivo se non il rapporto della donna con il fidanzato ufficiale". Cappetta, dopo aver colpito la quarantatreenne con schiaffi, calci e pugni, l'aveva immobilizzata, afferrandole la testa e tirandole i capelli. Dopodiché, trattenendola in ginocchio davanti al bordo della vasca colma d'acqua, cominciò a spingerla con la testa contro la superficie, annegandola.[13][14]
Il 7 giugno 2024 la Corte d'Appello di Salerno confermò la condanna a 22 anni per l'imputato.[15][16]