Salerno. Omicidio Maria Rosa Troisi a Battipaglia. Marco Aiello era capace di intendere e di volere.
Marco Aiello, accusato dell'uxoricidio di Maria Rosa Troisi, era capace di intendere e di volere al momento dell'aggressione. È quanto emerge dalla perizia presentata alla Corte d'Assise di Salerno dallo psicologo e criminologo forense Silvestro Calabrese, incaricato dall'associazione Non sei sola, parte civile nel processo.
Secondo quanto rilevato dall'esperto, non sussistono disturbi mentali significativi che possano aver compromesso le facoltà psichiche dell'imputato al momento dei fatti. Una conclusione che assume un peso determinante ai fini della responsabilità penale.
La relazione firmata da Calabrese si discosta in maniera sostanziale dalla precedente consulenza, che ipotizzava l'esistenza di un disturbo paranoide e una parziale incapacità di intendere e volere. Al contrario, l'attuale valutazione clinica attribuisce l'omicidio a una condotta lucida, finalizzata all'esercizio di controllo sulla vittima, che al momento dell'aggressione era in stato di gravidanza.
Maria Rosa Troisi, 37 anni, originaria di Solofra, è stata uccisa a Battipaglia nel settembre del 2023. Da circa un decennio residente nella città campana, vi si era trasferita dopo il matrimonio. La donna è stata colpita alla gola con un'arma da taglio durante una violenta lite scoppiata nell'abitazione familiare di via Flavio Gioia, nella frazione di Lido Lago.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, all'arrivo delle forze dell'ordine il corpo della vittima giaceva senza vita sul pavimento della cucina, immerso in una pozza di sangue. A colpirla, secondo le accuse, sarebbe stato il marito, padre dei suoi figli. La perizia psicologica, depositata agli atti del processo, rappresenta un elemento centrale nell'iter giudiziario tuttora in corso. (AvellinoToday)