La Spezia. Omicidio Tiziana Vinci. Un'istanza alla Procura per il braccialetto elettronico malfunzionante.

Immagine della notizia (Immagine di Chabe01 su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

La Spezia. Omicidio Tiziana Vinci. Un'istanza alla Procura per il braccialetto elettronico malfunzionante.

Un'istanza alla Procura di La Spezia affinché chieda e ottenga dal giudice per le indagini preliminari la realizzazione di un incidente probatorio sul braccialetto di Umberto Efeso, il 57enne autotrasportatore che il 13 agosto scorso uccise a coltellate la moglie Tiziana Vinci, nella villa di via Genova dove lei lavorava come collaboratrice domestica.

A presentarla gli avvocati Riccardo De Marco e Marco Evangelista, che assistono i figli della coppia, i quali vogliono vederci chiaro sul malfunzionamento del dispositivo in dotazione al padre. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, da qualche tempo il braccialetto elettronico non funzionava. Il dispositivo era stato applicato su richiesta del Tribunale de La Spezia, a sostegno del divieto di avvicinamento alla moglie.

Sarebbe stato lo stesso Efeso a mettere al corrente le forze dell'ordine dell'anomalia, dopo aver incontrato proprio Tiziana Vinci, senza che scattasse il segnale di allarme, ed era partita immediatamente la richiesta di controllo. Non c'è stato però alcun intervento, e il 13 agosto si è consumato l'assassinio. La vittima, invece, non avrebbe avuto con sé il dispositivo che segnala il superamento dei limiti consentiti.

Una vicenda che ha avuto un vasto eco, tanto che la senatrice spezzina Raffaella Paita, nei giorni successivi, aveva presentato un'informativa al Governo con l'obiettivo di chiedere delucidazioni, in quanto "i Carabinieri avevano subito segnalato il guasto all'azienda incaricata della gestione e della manutenzione. Ma il dispositivo non sarebbe mai stato revisionato oppure sostituito". Risposte cercate, ora, soprattutto dai figli. (di Matteo Marcello – La Nazione)

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