Spresiano. Omicidio Anica Panfile. Le motivazioni dell'assoluzione di Battaggia: "Uccisa da più persone".

Immagine della notizia (Immagine di Szeder László su Wikimedia Commons — CC BY-SA 4.0)

Spresiano. Omicidio Anica Panfile. Le motivazioni dell'assoluzione di Battaggia: "Uccisa da più persone".

Anica Panfile, la 31enne il cui cadavere venne ritrovato nelle acque del fiume Piave a Spresiano il 21 maggio 2023, non può essere stata uccisa da una sola persona.

È solo uno dei passaggi delle motivazioni con cui lo scorso 2 luglio è stato assolto nel processo di primo grado alla Corte d'Assise di Treviso, Franco Battaggia, il 79enne arrestato nel gennaio del 2024 per il delitto. L'uomo ha trascorso in cella 535 giorni e la scarcerazione ha rappresentato per lui la fine di un incubo.

Oltre all'elemento-chiave, portato all'attenzione della Corte dal difensore Fabio Crea, ovvero la separazione dei telefoni della 31enne e del 79enne alle 16.52 del pomeriggio del 18 maggio (giorno in cui la donna venne uccisa), nelle 83 pagine emergono numerosi argomenti che sono stati decisivi nella decisione presa dalla Corte.

I giudici hanno accolto molte delle tesi esposte dalla difesa: dall'impossibilità di poter compiere da solo il delitto da parte di Battaggia (per l'entità delle lesioni sul volto e sui polsi della vittima, tenuto conto della consistenza fisica della donna), l'impossibilità di poter caricare e trasportare da solo (attraversando peraltro diversi chilometri) a bordo del suo pick up il cadavere oltre alla mancanza di un movente.

E ancora la presenza in casa di Battaggia di una sola traccia genetica, non ematica, è stata ritenuta insufficiente per affermare che il delitto sia stato commesso lì. Inoltre, la tesi dell'accusa secondo cui l'omicidio è avvenuto a seguito dell'assunzione di cocaina – da parte di Battaggia e Panfile nel corso di un rapporto sessuale – è risultata illogica e poco credibile, come dice la difesa, perché al contempo la cocaina avrebbe provocato effetti di inusitata violenza nell'imputato e sminuita capacità di reazione e di difesa nella donna.

«La sentenza della Corte di Assise di Treviso non solo mi soddisfa, ma addirittura, dal punto di vista professionale, mi entusiasma, perché i Giudici hanno accolto, ritenendoli rilevanti e decisivi per l'assoluzione, ogni singolo elemento e ogni singola valutazione portati dalla difesa» ha commentato l'avvocato Fabio Crea. (di Nicola Cendron – TrevisoToday)

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